Vulvodinia: cos'è, sintomi, cause, cura, come eliminare il dolore

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La vulvodinia è una condizione patologica che interessa in particolare la vulva e i tessuti che circondano l'accesso alla vagina. Oltre a provocare dolore e altri disturbi fisici, compromette sensibilmente la qualità della vita delle donne, con un impatto particolarmente rilevante sulla sfera di coppia e sessuale. Con il tempo può anche causare disagio, ansia e frustrazione, andando ad influenzare negativamente l'autostima e portando ad una riduzione del desiderio sessuale e ad un distanziamento emotivo dal partner.

Si tratta purtroppo di una patologia sottostimata, da un lato per la difficoltà delle donne nel parlare dei sintomi per vergogna o per paura di essere giudicate, dall’altro per la scarsa capacità di diagnosi da parte di alcuni medici. Fino a poco tempo fa, infatti, in molti casi veniva diagnosticata tardivamente e non veniva curata per anni. Inoltre era considerata come una malattia "invisibile" e classificata come "malattia psicosomatica" o, addirittura, "psicogena". Questa però è un’interpretazione parziale, a volte errata e comunque obsoleta, poiché la vulvodinia è una malattia con solide basi biologiche che ricadono nell'ambito ginecologico o in altre discipline e che può essere gestita efficacemente con un adeguato protocollo terapeutico.

Per tutti questi motivi e per la presenza di cause multifattoriali, presso il Centro Medico Buonarroti, questa dolorosa patologia viene affrontata con un approccio multidisciplinare che coinvolge diverse figure professionali, dal ginecologo all’ostetrica, dallo psicoterapeuta all’osteopata, dal neurologo al fisioterapista. Generalmente il ginecologo si occupa della prescrizione della terapia farmacologica per contrastare ed eliminare il dolore, mentre l’approccio multidisciplinare permette, dove necessario, di occuparsi anche della terapia del rilassamento muscolare e dell’aspetto psicologico.

I nostri esperti collaborano tutti insieme per valutare in modo accurato e approfondito il quadro clinico della paziente, andando ad individuare le cause e i fattori scatenanti. In questo modo sono in grado di offrire una terapia mirata, migliorando la qualità della vita della paziente e il suo benessere complessivo.

In questo articolo scopriremo che cos’è la vulvodinia, quali sono i sintomi e le cause, come si cura e che cosa fare quando si manifesta.

Vulvodinia: cos’è e significato

La vulvodinia è una condizione patologica dolorosa che interessa i genitali esterni femminili e che può manifestarsi con diversi sintomi: dal fastidio al dolore allo sfioramento dei genitali, dal bruciore al prurito ad una sensazione di punture e molto altro. Questi disturbi possono colpire la donna per un tempo variabile, ma possono anche persistente per mesi o anni, comportando una cronicizzazione del dolore, in particolare sulla vulva e sui tessuti che circondano l'accesso alla vagina.

Il termine vulvodinia ha origini greche e deriva dall’unione della parola vulva e della parola dinia (dolore): significa dolore vulvare.

Vulvodinia: sintomi

I sintomi principali della vulvodinia sono tre:

  • ipersensibilizzazione del tessuto vestibolare, correla al dolore spontaneo e/o fastidio al contatto del vestibolo vaginale;
  • manifestazione eritematosa a livello vulvare e/o vestibolare. Il rossore può essere di grado variabile, ma è sempre localizzato in punti vestibolari molto specifici. L’eritema solitamente è più intenso a livello dei tessuti nella regione della vulva dalla base del clitoride al bordo mediale delle labbra, fino all'ingresso della vagina;
  • dolore durante rapporti sessuali.

A questa sintomatologia, tuttavia, possono essere associati altri disturbi:

  • bruciore,
  • sensazione di abrasione/irritazione,
  • sensazione di "punture di spillo",
  • secchezza,
  • gonfiore della vulva,
  • sintomi vescicali, come disuria, cistite post-coitale e cistite interstiziale,
  • endometriosi,
  • sindrome del colon irritabile,
  • fibromialgia,
  • cefalea.

Se la vulvodinia non viene diagnosticata in tempo e trattata adeguatamente, il dolore vulvare può diventare persistente e cronicizzarsi. In tal caso, la problematica si presenta indipendentemente dal rapporto sessuale o da altri fattori scatenanti, e può invalidare la vita quotidiana. Le manifestazioni dolorose possono così essere esacerbate da tutte quelle situazioni che esercitano una pressione sull'area vulvare, come accade anche semplicemente quando si va in bicicletta.

I sintomi della vulvodinia, a lungo andare, possono causare una perdita dell’autostima e del desiderio sessuale, secchezza vaginale, difficoltà a raggiungere l'orgasmo, insoddisfazione sessuale, allontanamento emotivo dal partner.

I vari tipi di vulvodinia

La vulvodinia viene generalmente classificata in base alla caratterizzazione dei sintomi e alla localizzazione del disturbo.

Per quanto riguarda la sintomatologia, si distingue tra:

  • vulvodinia provocata, quando i sintomi avvertiti sono dovuti a penetrazione vaginale, sfregamento oppure anche al solo contatto,
  • vulvodinia spontanea, quando la donna avverte costantemente dolore o fastidio, anche in assenza di stimolazione.

In base alla localizzazione del dolore, si distingue tra:

  • vulvodinia generalizzata, quando il disturbo interessa l'area vulvare, il perineo e la zona perianali,
  • vulvodinia localizzata, quando il dolore è percettibile solo in precise zone.

Possono esserci forme miste di vulvodinia, in cui si accompagnano più sintomi. La forma più frequente di questa patologia dolorosa è la vulvodinia disestetica o essenziale: si può manifestare anche dopo la menopausa ed è caratterizzata da un dolore vulvare che si estende al retto e alla zona uretrale.

Vulvodinia: cause

Le cause della vulvodinie possono essere varie e non sono ancora tutte note in modo certo. L’ipotesi più accreditata è che questa patologia sia correlata ad un'iperattività dei mastociti, cellule del sistema immunitario che inducono uno stato infiammatorio prolungato. Questa risposta abnorme provoca un’attività maggiore e la proliferazione delle fibre nervose che trasmettono l’impulso del dolore con estensione alla parte più superficiale della cute, causando una sensazione dolorosa più alta del dovuto. La sintomatologia, dunque, permane anche quando lo stimolo si è ormai risolto, rendendo necessario un trattamento medico.

Tra i fattori scatenenanti possono esserci anche: 

  • ipercontrattilità della muscolatura che circonda la zona vulvare e perianale,
  • infezioni vaginali e vescicali croniche o recidivanti,
  • iperstimolazione del sistema del dolore,
  • lesioni del nervo pudendo dovute al parto o a traumi,
  • iperstimolazione delle terminazioni nervose deputate alla percezione del dolore,
  • ipertono del pavimento pelvico.

Analizzando la prima possibile causa della vulvodinia, di cui abbiamo parlato sopra, ossia l'iperattivazione mastocitaria, questa può essere a sua volta causata da:

  • microtraumi della vulva dovuti a rapporti sessuali in condizioni di scarsa o assente lubrificazione. A sua volta, la secchezza può dipendere da uno scarso desiderio o da una ridotta eccitazione, dalla carenza di estrogeni o dal dolore durante la penetrazione;
  • infiammazioni ripetute da agenti infettivi, come la Candida, la Gardnerella o l'Escherichia coli (proveniente dall'intestino);
  • stili di vita inappropriati, come l'uso di saponi aggressivi nelle zone intime e l'abitudine ad indossare abiti aderenti realizzati con tessuti sintetici, che possono amplificare l'infiammazione locale.

Quando si indaga sulle cause della vulvodinia, bisognerebbe anche tenere in considerazione fattori predisponenti e/o aggravanti. La patologia infatti può essere aggravata dalla contemporanea presenza di disturbi urinari e ginecologici, specialmente di tipo infiammatorio, che possono accompagnarsi all'ipertono muscolare.

Tra i fattori che aggravano o mantengono le manifestazioni tipiche della vulvodinia rientrano anche:

  • microtraumi associati alla secchezza vaginale,
  • fattori psicosessuali o relazionali,
  • neuropatie,
  • uso di prodotti per l'igiene non appropriati,
  • disordini immunitari (allergie, lichen scleroso, eczema, etc).

Test del cotton fioc, diagnosi e cura della vulvodinia

La diagnosi della vulvodinia è di tipo differenziale. I dolori vulvari si possono associare infatti a varie patologie, per esempio infezioni o problemi neurologici e quindi, in sede di diagnosi, lo specialista deve innanzitutto escludere altri disturbi. In particolare la vulvodinia va distinta dal vaginismo, una condizione strettamente legata al momento coitale e che provoca un’eccessiva contrazione della muscolatura del pavimento pelvico, in particolare dei muscoli vaginali. Questo disturbo può essere confuso con la vulvodinia sia per via del dolore correlato al rapporto sessuale sia perché a una situazione di vulvodinia può subentrare anche il vaginismo reattivo e le due patologie possono sovrapporsi.

In fase diagnostica la paziente deve descrivere la tipologia di dolore percepito, se è generalizzato o localizzato in un solo punto (a livello clitorideo, a livello vestibolare o su tutta la vulva) e se si tratta di un dolore spontaneo o provocato, dunque se si manifesta solo in associazione al rapporto sessuale o anche in altre situazioni quotidiane.

Dopo aver ascoltato la paziente, lo specialista effettuerà il Q-tip test, un esame che prevede l’utilizzo di un apposito cotton-fioc, con il quale vengono toccati alcuni punti specifici della vulva. Se la paziente manifesta dolore al tocco, molto probabilmente è interessata da vulvodinia. Al contrario, se la paziente non avverte dolore potrebbe trattarsi di una differente patologia.

Come si cura la vulvodinia?

La vulvodinia non si risolve naturalmente e il trattamento migliore prevede un approccio multidisciplinare e dunque il coinvolgimento di più esperti: un ginecologo specializzato in disturbi del dolore sessuale e uno psicoterapeuta che possa aiutare la paziente ad affrontare il vissuto psicologico legato a questa condizione, una ostetrica che aiuti la donna a riabilitare il pavimento pelvico, un osteopata ed eventualmente un fisioterapista o un neurologo.
Le terapie farmacologiche per la vulvodinia comprendono l’utilizzo di anestetici locali, di antidepressivi triciclici come la amitriptilina, da utilizzare a livello locale e che permettono un’azione specifica di modulazione della sensazione dolorosa.

Lo specialista può anche ritenere necessarie delle infiltrazioni di anestetici o antinfiammatori e altri trattamenti specifici per l’educazione del pavimento pelvico.
Il trattamento per curare la vulvodinia deve essere multidisciplinare e personalizzato in base ai disturbi manifestati dalla paziente e alla sua specifica condizione clinica.

Come prenotare una visita

Presso il Centro Medico Buonarroti è possibile anche svolgere gli esami del sangue ed esami diagnostici.

I nostri specialisti ti seguiranno in un percorso personalizzato e mirato, al fine di individuare il trattamento più appropriato per la gestione della vulvodinia, portando al miglioramento del benessere benessere fisico, sessuale e psicologico.

 

 

 

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