Angiologia: Come curare le gambe gonfie

Angiologo Milano donne in gravidanza

In questo articolo il Dr. Leone spiega i metodi per prevenire e curare i problemi alle gambe: gonfiore, trombosi, insufficienza venosa e quando è consigliato rivolgersi a uno specialista.
 

• Sono incinta. Devo preoccuparmi di farmi visitare da un angiologo anche se le mie gambe non presentano alcun disturbo?
 
La gravidanza non è una malattia, ma uno stato parafisiologico che pur determinando molti cambiamenti nel corpo di una donna può anche non dare alcun sintomo fastidioso. E’ sufficiente seguire quelle che sono le cosiddette “buone abitudini di vita” per trascorrere serenamente questo delicato periodo. L’Angiologo può contribuire a mantenere queste corrette abitudini di vita suggerendo ad esempio una calza elastica riposante idonea, accorgimenti posturali, cicli di massaggi specifici, una dieta equilibrata.
 

• Le mie gambe sono gonfie soprattutto la sera. Quale può essere la causa?

In gravidanza le stesse modificazioni ormonali, l’aumento di peso, le variazioni posturali possono contribuire al gonfiore degli arti inferiori in misura differente da individuo a individuo. E’ quindi fondamentale rivolgersi all’Angiologo per individuare quelle che possono essere le cause principali del gonfiore, discriminando la presenza o meno di una patologia.

 

• Quali sono le principali malattie vascolari che possono manifestarsi in gravidanza?

L’insufficienza venosa è la principale condizione patologica che determina il gonfiore delle gambe in gravidanza; questa si può associare alla comparsa di vene varicose o addirittura determinare complicanze quali la tromboflebite o la trombosi.

 

• Come è possibile diagnosticare l’insufficienza venosa in gravidanza?

Un attento esame clinico specialistico, associato all’esecuzione di un esame strumentale di facile esecuzione, per niente invasivo e di breve durata quale l’Ecocolordoppler, permette all’Angiologo di diagnosticare o di escludere un’insufficienza venosa.

 

• Ma che cos’è nello specifico l’Ecocolordoppler

E’ una sorta di ecografia in cui si riesce a valutare anche il flusso di sangue all’interno dei vasi; questa metodica permette di diagnosticare in modo puntuale l’esistenza o la comparsa di una malattia vascolare.

 
 

• L’ecocolordoppler non ha evidenziato segni di insufficienza venosa. Ma allora perché ho le gambe gonfie?

Il linfedema, più comunemente conosciuto come “ritenzione idrica”, è un’alterazione del circolo linfatico di drenaggio dei liquidi dai tessuti. Spesso accompagna la gravidanza per la predisposizione stessa della donna o a causa della alterazioni presenti in tale periodo e menzionate prima (ormonali, posturali, ponderali).

 

• Come si diagnostica il linfedema?

La diagnosi di linfedema è clinica. L’ecocolordoppler può essere di grande aiuto, ed è quindi fortemente consigliato in caso di gonfiore delle gambe, per escludere come detto prima un’eventuale insufficienza venosa.

 

• Come si curano l’insufficienza venosa ed il linfedema in gravidanza?

In generale in gravidanza è sconsigliato l’utilizzo di farmaci o di procedure invasive (salvo quei casi particolari in cui è indicato l’utilizzo di eparina per la comparsa ad esempio di tromboflebiti). Il periodo della gravidanza è molto delicato per la mamma e, soprattutto, per il nascituro e va pertanto intrapresa una condotta il più possibile conservativa nell’approccio alle condizioni patologiche, cercando di limitare i danni e rimandando a dopo il parto qualsiasi approccio terapeutico. Va curato il sintomo (il gonfiore) e non la malattia; quindi niente farmaci, ma solo presidi terapeutici volti a ridurre l’edema. L’Angiologo suggerirà tutti quegli accorgimenti utili a tal proposito: calza elastica, massaggi di linfodrenaggio, accorgimenti posturali, ecc. ecc.

 

• Improvvisamente mi si è gonfiata una gamba più del solito ed avverto molto dolore. Devo allarmarmi?

Bisogna subito rivolgersi ad un Angiologo o al proprio Medico di Famiglia. Potrebbe essersi verificata una tromboflebite, cioè l’infiammazione di una vena superficiale, o addirittura una trombosi. Va quanto prima impostata una terapia specifica con eparina a basso peso molecolare (le cossiddette “punturine sotto-pelle”) ed eseguito in tempi brevi un Ecocolordoppler di approfondimento diagnostico.

 

• Mi è comparso un fitto reticolo di vene bluastre anche sulle grandi labbra. E’ preoccupante?

Non è preoccupante ma questa particolare condizione va menzionata al proprio Ginecologo che, se lo riterrà, invierà la gestante dall’Angiologo. Può infatti essersi verificato quello che si chiama varicocele pelvico, cioè un sovraccarico del circolo venoso addominale compresso dall’utero e dal feto in accrescimento. Anche in questo caso l’atteggiamento è conservativo ma il Ginecologo deve essere al corrente della eventuale presenza di varici particolarmente voluminose in prossimità del canale vaginale in fase di programmazione di un parto per via naturale.

 

• Cosa devo fare dopo il parto se ho sviluppato un’insufficienza venosa in gravidanza?

Bisogna rivolgersi nuovamente all’Angiologo che, magari ripetendo l’Ecocolordoppler, valuterà se l’insufficienza venosa è regredita a seguito dell’espletamento del parto o se sia necessaria una terapia farmacologica o addirittura chirurgica.

 

• Ci sono, infine, fattori predisponenti l’insufficienza venosa in gravidanza, in presenza dei quali è bene rivolgersi precocemente ad un Angiologo anche in assenza di sintomi?

Sì. La familiarità positiva ed il sovrappeso, ad esempio, sono fattori fortemente predisponenti l’insufficienza venosa. E’ bene rivolgersi in questi casi ad un Angiologo anche preventivamente.
 

 

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