Solo uno spermatozoo può perforare la capsula dell'ovulo, entrare nel suo nucleo e mescolare i propri cromosomi a quelli della cellula uovo, che sono sempre di tipo X. Se lo spermatozoo "finalista" ha un cromosoma del sesso X nascerà una femmina (designata dai genetisti come 46,XX), se invece ha un cromosoma del sesso Y nascerà un maschio (46,XY). Il concepimento avviene quindi nella tuba nel momento in cui i cromosomi del papà e della mamma si fondono. In quel preciso istante si crea una cellula, detta zigote, con un patrimonio genetico unico e irripetibile che darà vita ad un individuo unico e irripetibile.
Valutiamo ora quali sono i fattori che possono influenzare questa selezione. Oltre al diverso tipo di cromosoma contenuto vi sono infatti differenze di forma, dimensioni, vitalità, resistenza, velocità di migrazione e tempo di sopravvivenza fra gli androspermi (quelli con la Y) e i ginospermi (quelli che contengono la X). I primi hanno la testa più piccola e arrotondata, sono più vivaci e veloci, ma hanno meno carica vitale sono meno resistenti nell’ambiente vaginale.
I ginospermi hanno la testa più grossa e di forma ovalare, sono più lenti e meno vivaci, ma sono più resistenti e sopravvivono più a lungo. In altre parole, in condizioni ottimali gli androspermi arrivano prima alla tuba (dove di solito avviene il concepimento), mentre in caso di condizioni difficoltose solo i ginecospermi arrivano alla meta poiché i gameti che contengono la Y arrivano tardi o non arrivano affatto!
Questo elemento è molto importante poiché fa intuire che, se l’ovulazione al momento del rapporto è ancora relativamente lontana, aumentano le chance di concepire una femminuccia. Viceversa, nel caso che l’ovulazione è avvenuta da poco o è imminente, vincono gli spermatozoi con la Y.
Tutto sembrerebbe molto semplice ma in realtà vi sono alcuni fattori che possono privilegiare gli uni o gli altri e, soprattutto, le difficoltà maggiori sono rappresentate dalle metodologia di riconoscimento dell’esatto momento dello scoppio del follicolo.
Per semplificare analizziamo un ciclo ideale di quattro settimane con l’ovulazione al 14° giorno. Nel periodo sterile, cioè fino al 10° giorno e dopo il 18°, gli spermatozoi non possono entrare nell’utero in quanto l’orifizio cervicale esterno è praticamente chiuso, il muco è denso e impenetrabile, inoltre i gameti vengono tutti "neutralizzati" dal pH vaginale che è acido e ostile. Nel periodo fertile (dal 11° al 17° giorno), aumenta la produzione del muco che inoltre diventa più penetrabile e l’orifizio uterino estero si apre progressivamente. Queste condizioni e il pH più alcalino del muco favoriscono la risalita degli spermatozoi attraverso un ambiente ricco di zuccheri, sali minerali e altre sostanze nutritive che forniscono un’adeguata energia e vitalità per arrivare all’incontro con l’ovocita.
Questo meccanismo prende il nome di capacitazione, rende cioè lo spermatozoo capace di fecondare! Vi sono comunque nell’ambito di questo periodo alcune variabili che differiscono e che influenzano la progressione dei due tipi di spermatozoi.
All’acme dell’ovulazione il muco è prodotto in maggiore quantità ma, soprattutto, è più fluido e si dispone in lunghi filamenti paralleli che creano percorsi rettilinei. Ciò facilita la risalita degli spermatozoi più veloci, cioè gli androspermi, che arrivano prima a destinazione. Quando il muco è relativamente più scarso e denso, sia prima che dopo l’acme, è più vischioso e meno penetrabile, disposto in lamelle più tortuose. Queste condizioni favoriscono invece i gameti con il cromosoma X.
Tutti questi fattori sono ovviamente influenzati dai fenomeni ormonali che avvengo nell’ovaio nei diversi momenti del ciclo e, in particolare modo, dalla quantità degli estrogeni. Quando il tasso nel sangue di questi è basso, il muco è scarso, denso e poco filante. Quando la secrezione degli estrogeni aumenta, il muco diventa chiaro, abbondante e filante. Dopo l’ovulazione viene prodotto anche il progesterone che riporta il muco alle condizioni precedenti e, in caso di concepimento, sostiene la gravidanza anche con l’aiuto della placenta.
Si intuisce che è davvero importante, per aumentare le probabilità di avere un bambino del sesso desiderato, riconoscere il momento dell’ovulazione attraverso questi parametri o altri che il ginecologo può suggerire.
Metodo Billings
Il metodo Billings si basa proprio sulla determinazione del periodo fertile mediante l'osservazione delle modificazioni del muco cervicale che in prossimità dell'ovulazione diventa fluido, trasparente e può essere stirato in lunghi filamenti. La donna percepisce una sensazione di umidità che contrasta con la secchezza vaginale che precede o segue tale periodo.
Presso i centri dove viene insegnato questo metodo, vengono fornite delle schede che aiutano a ottimizzare il suo impiego e vanno compilate con appositi simboli.
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La comparsa di piccole perdite ematiche in corrispondenza del picco del muco può aiutare ad individuarne l’acme.
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Un'alternativa diagnostica autonoma per il rilievo dell'ovulazione è fornita dal Metodo del Rilievo della temperatura basale: la temperatura corporea è relativamente bassa nella fase che precede l'ovulazione, poi s'innalza di 4-5 decimi e si mantiene -con piccole oscillazioni- vicino ai 37°C fino alla successiva mestruazione. Bisogna misurare la temperatura interna (rettale o vaginale), al mattino, a digiuno e prima di alzarsi dal letto e riportarla su un apposito grafico.
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Esistono alcuni test (Clearplane o Persona) che aiutano ad individuare il momento dell'ovulazione con una affidabilità del 85-90%. Questi diventano positivi circa 12 ore prima del momento dello scoppio del follicolo.
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La comparsa di un dolore alle ovaie della durata di due tre giorni a metà ciclo.
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Il dosaggio di ormoni ovarici (esame del sangue): l’innalzamento del progesterone è un segno inequivocabile.
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Il monitoraggio ecografico del follicolo (bisogna eseguire più ecografie nel periodo presunto).
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Comunque l'ovulazione può avvenire anche in assenza di perdite mucose, questo accade in donne che non produco muco per alcune patologie del canale cervicale.
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Qualora il ginecologo accertasse con gli opportuni esami che l'ovulazione non avviene, darà una terapia idonea per indurla farmacologicamente.
Una regola apparentemente semplice per determinare il sesso del bebè
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Accertare la secrezione del muco.
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Riconoscere le variazioni fisico-chimiche del muco.
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Selezionare il giorno con le caratteristiche del muco più idonee al sesso desiderato.
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Avere un solo rapporto nel giorno corrispondente a quelle del muco prescelto.Per favorire il concepimento di un maschietto: avere il rapporto il più vicino all’acme dell’ovulazione, cioè quando il muco è molto abbondante e chiaro e filante.
Per favorire il concepimento di una femminuccia: avere il rapporto nei giorni fertili che precedono o seguono l’acme dell’ovulazione, cioè quando il muco è più denso e poco penetrabile. -
Il metodo può essere esemplificato con una semplice tabella con alcuni simboli che rappresentano in modo schematico i giorni dell’acme (+ +), quelli con muco il muco evidente (+) e quelli con muco scarso (+/-)
muco scarso
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muco evidente
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acme del muco
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muco evidente
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muco scarso
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+/-
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+
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+
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++
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++
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+
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+
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+/-
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Appare evidente che quanto più si avvicina all’acme aumentano le possibilità con un solo rapporto di concepire un maschietto, allontanandosi si hanno più chance si avere una bambina. La donna può studiare il proprio muco con una valutazione delle perdite all’esterno dei genitali oppure introducendo un dito o un tamponcino (tipo cotonfioc) in vagina per raccoglierlo. Utilizzando questi parametri, che possono essere più facilmente riportati su un’apposita scheda come quella fornita dal Centro Studi di Sessuologia di Pavia (G. Bonomi – maschio o femmina? Guida alla programmazione del sesso – Bonomi Editore – Pavia), in letteratura sono riportati oltre l’ottanta per cento di successi.
Informazioni a cura di
Medico Chirurgo
Specialista in Ostetricia e Ginecologia
Esperto in Diagnosi Prenatale
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